L’avevano annunciato. E lo hanno fatto: basi di appoggio dell’EZLN sono uscite dalle loro comunità e sono tornate in città a manifestare. In marcia contro l’aggressione Russa all’Ucraina per le vie di San Cristobal De Las Casas, Ocosingo. Palenque, Yaialon, Altamirano e Las Margaritas. Ad aprile la marcia di San Cristobal lo striscione “Sí a la vida, no a la muerte. Fuera Ejército ruso de Ucrania”.
Il 9 marzo sulla loro pagina web ufficiale, enlacezapatista.ezln.org.mx, hanno scritto un secondo comunicato su quanto sta accadendo in Ucraina, lanciando una mobilitazione per domenica 13 marzo. Nel mezzo di questo si può leggere ”Proponiamo quindi l’inizio di una campagna mondiale contro le guerre del capitale, qualunque sia la loro geografia. Organizzare concerti, meeting, festival, incontri, ecc. Insomma, le arti contro le guerre. Invitiamo tutte le persone, i gruppi, i collettivi, le organizzazioni e i movimenti onesti in Messico e nel mondo, secondo i propri tempi e modi – e preservando la loro indipendenza e autonomia -, a unirsi alle attività per chiedere la fine delle guerre, a partire da domenica 13”.
Radiozapatista.org ha seguito la manifestazione di San Cristobal de Las Casas, storica capitale dello stato del sud-est messicano fino alla scelta del governo di spostare tale ruolo a Tuxtla Gutierrez, e scrive sulla sua pagina “l’immenso contingente zapatista comincia ad “invadere” la Plaza de la Catedral, detta anche, molto opportunamente, Plaza de la Paz. Sono arrivati da diverse parti del territorio ribelle e con l’impeccabile disciplina che li caratterizza si sono mossi in diverse migliaia tra donne, ragazzi, ragazze, uomini, anziani, anziane e neonati avvolti in scialli. Alcuni portano striscioni: “Ferma la guerra che porta solo alla disgregazione delle famiglie”, “Lascia morire il sistema capitalista!”, “Vita e pace nel mondo!”, “Basta persecuzioni contro chi combatte per tutta la vita”.” Era almeno 8 anni, dal 2014 che le basi d’appoggio dell’EZLN non uscivano dai loro territori per manifestare. All’epoca fu per solidarizzare con gli studenti della scuola normale rurale di Ayotzinapa.
Alla chiamata zapatista hanno risposto in diverse parti d’Europa, in alcuni casi organizzando vere e proprie manifestazioni contro la guerra in altri casi affiggendo degli striscioni in punti strategici della città.