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Migrazioni: il “muro” USA si alza sempre di più

Di Andrea Cegna

Qualche giorno fa il Washington Post riportava di centinaia di migranti centroamericani espulsi dagli Stati Uniti costretti dalle autorità messicane a lasciare, immediatamente, il territorio trasportandoli e poi abbandonandoli nella comunità di El Ceibo, in Guatemala. La decisione del governo di AMLO violerebbe un memorandum firmato tra il Messico e i paesi dell’America centrale. Almeno altri 1000, invece, come da accordi firmati, sono stati portati sempre in Guatemala ma nel centro di ricezione di San Marcos. 

Nell’articolo del quotidiano statunitense sono riportate le voci di denuncia della terribile situazione dei rappresentanti della “Casa del Migrante”, a El Ceibo. La struttura di accoglienza per migranti ha solo 30 posti, ma a partire da venerdì 6 agosto ha dovuto affrontare e gestire almeno 300 migranti, la maggior parte madri con bambini minori di un anno. L’Office of Customs and Border Protection parla di almeno 751.844 al confine tra Stati Uniti e Messico, almeno 210mila nel solo mese di Luglio. Numeri così alti non si vedevano dal 2000. Le voci che arrivano dal confine parlano di “una serie caotica di espulsioni”. Espulsi dagli USA vengono mandati in aereo fino a Villahermosa, nello stato messicano del Tabasco e quindi, in autobus, trasportati e abbandonati a El Ceibo, in Guatemala.

Il Messico ha deciso di accettare, silente, che le espulsioni dagli USA non avvengano più al di la del Rio Bravo e quindi con i migranti portati oltre il confine nord del Messico ma che siano vere e proprie deportazioni al sud del paese, così da dissuadere, con una subdola e ulteriore forma di violenza, chi vorrebbe attraversare il confine. Il governo di Joe Biden, sfruttando una norma creata da Donald Trump, sta giustificando la nuova manovra e il rapido aumento di espulsioni come manovra sanitaria necessaria a contrastare l’evoluzione della sindemia Covid19. Per questo L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha criticato duramente i rimpatri, molti dei quali avvenuti, senza valutare le richieste di asilo. Matthey Reynolds, rappresentante dell’Agenzia per gli Stati Uniti e i Caraibi, ha ricordato che “le persone o le famiglie a bordo di questi voli che possono avere urgenti esigenze di protezione e corrono il rischio di essere restituite agli stessi pericoli da cui sono fuggite”.

Secondo il consulente per le immigrazioni Fernando Castro Molina “l’unico centro di accoglienza capace di gestire i rimpatri e le espulsioni provenienti dal Messico è quello di San Marcos. Portandoli altrove viene violato il memorandum firmato tra il Messico con Guatemala, El Salvador, Honduras e Nicaragua . che così lo stabilisce. Invito, pertanto, le autorità del Ministero degli Affari Esteri e dei Ministeri degli Esteri dei paesi centroamericani, ad obbligare le autorità messicane per l’immigrazione a rispettare rigorosamente il memorandum firmato, così da salvaguardare la sicurezza e la dignità dei migranti rimpatriati”.

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